Respirare un po’ d’aria internazionale fa un gran bene e non solo perché le belle idee in Italia alle volte stentano a partire ma soprattutto perché all’estero son tutti, o almeno così pare, easy e smart allo stesso tempo. In Healthy People = Healthy Profits il fascicolo di cui vi parlavamo la scorsa settimana, vengono raccontate molte realtà aziendali; quasi tutte incantevoli e ideali direi.
E allora riflettendoci un po’ su ci siamo chiesti, al di là del comfort e dell’attrezzatura funzionale alla produzione lavorativa, cosa secondo noi rende un gruppo veramente felice al di là delle difficoltà della quotidianità:
1 – Avere un buon capo è una delle cose migliori. E non mi riferisco a simpatia, bellezza o competenza professionale. Un buon capo è una risorsa che anche se non ha un’operatività forte alle spalle, ha la lucidità e la calma di entrare nel processo con desiderio di apprendimento. E’ una risorsa che apprezza le persone oltre la funzione e che in qualsiasi situazione rimane lucido e presente.
2 – Sperimentarsi in contesti più leggeri e freschi un po’ alla Google. Se ti abitui a stare immerso sempre nello stesso contesto, è come se respirassi la stessa aria viziata di una stanza. Alzare la testa e vivere le stesse persone in contesti nuovi diventa estremamente più vario e ricco.
3 – Scegliere sempre un modello comportamentale che privilegi l’appartenenza. Quando le persone si sentono parte di un gruppo e si sentono felici al loro interno, allora sì che danno il meglio senza alcuna richiesta.
Tuttavia, non sempre si può scegliere. Un capo lo si trova, non lo si elegge democraticamente. Esperienze non convenzionali le si fanno solo se l’azienda è disposta a programmarle. Per l’appartenenza poi, mica si può imporre come un comandamento.
Considerazioni giuste.
Però manca un tassello: il nostro personalissimo libero arbitrio che in ogni momento segna il confine tra la noia o l’entusiasmo, il disprezzo o l’apprezzamento.
A volte le circostanze capitano, come le viviamo poi è un’altra storia.