Partiamo dalla fine

  29/03/2017

Partiamo dalla fine: le persone si dirigono preferibilmente verso i contesti di maggior equità, chiarezza e piacevolezza.

E’ che non siamo abituati a crederlo, ma a volte, andare a lavorare potrebbe essere una cosa più piacevole di ciò che pensiamo. O almeno potenzialmente, potremmo condurre le stesse azioni quotidiane, quelle per intenderci portatrici di profitto, con un’attitudine differente.

Come già anticipavo nel post della scorsa settimana, siamo convinti che negli ultimi dieci anni, si sia diffusa una cultura sufficientemente orientata alle competenze trasversali, legate principalmente alla comunicazione, alla vendita e al modo in cui le persone fanno gruppo.
Alcune imprese allora, hanno iniziato a inserire nei loro percorsi formativi oltre a quelli obbligatori, alcuni spunti di riflessione complementari; nella media generale, almeno una volta nella vita un dipendente ha frequentato un corso di comunicazione efficace che è un po’ la base; se poi è stato più fortunato può essere stato incluso in progetti più complessi a lungo termine, come percorsi di Coaching o di Outdoor Training. Ne facciamo anche noi e tutti gli anni, molte aziende investono, a ragione, una parte di budget per concedere uno spazio inusuale ai propri collaboratori per favorire apprendimenti nuovi e diversi.
A volte solo questo è sufficiente per innescare nuovi e migliori circoli virtuosi di collaborazione e produttività, ma a volte il mordi e fuggi di un giorno non riesce a colmare alcuni vuoti relazionali di alcuni ambienti.

L’idea di creare un progetto che abbia a che fare con la felicità individuale potrebbe apparire una cosa eccessivamente buonista e superflua. Eppure, carte alla mano, le persone che vanno a lavorare serene, portano risultati migliori.
E allora senza dilungarmi troppo sulle premesse, vorrei buttar giù alcuni degli obiettivi dell’indagine sulla felicità:

1. Rilevare il grado di comfort nelle relazioni orizzontali e verticali; ovvero quanto le persone si sentono confortevoli e accettati nel loro ambiente quotidiano.
2. Valutare la percezione di stress e affaticamento a riposo e nei picchi di lavoro, attraverso questo obiettivo rileviamo soprattutto la perdita di obiettività e lucidità sotto stress.
3. Osserviamo il senso di appartenenza e condivisione rispetto alla visione generale; e per questo non credo ci sia niente da aggiungere.

Il progetto contiene tre fasi ognuna delle quali di senso compiuto; per capire come funziona nello specifico, keep in touch e ci sentiamo la prossima settimana.

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