Si ma è vero anche: chi visse sperando, morì…
E torniamo sempre alla questione del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: gli ottimisti diranno che fino a che c’è anche solo una possibilità, la speranza ha senso di esistere, per i pessimisti invece (che si autodefiniscono realisti) la speranza è solo una falsa illusione.
Se guardiamo con un certo distacco le cose, è normale considerare entrambe le visioni vere e dotate di una certa logica intrinseca.
Prendi ad esempio chi ha passato molto tempo a desiderare una certa cosa, potrebbe essere una posizione professionale, una stabilità economica, una certa relazione e dopo averla raggiunta, qualsiasi cosa sia, potrebbe essere che la veda sfumare come un bel tramonto estivo.
I realisti prenderebbero quest’avvenimento come la prova concreta che è sempre meglio volare basso. Gli ottimisti invece prenderebbero la palla al balzo per dire: “Mi è successo una volta, posso farlo ancora”.
Per qualcuno la speranza è la fantasia di una realtà migliore il cui solo pensiero è motivante ed entusiasmante, per altri invece conservare la speranza è un po’ come vivere dentro un’illusione ben architettata.
Dunque, che si fa?
La risposta è: dipende da come ti fa sentire e dal grado di connessione che sperimenti con il tuo presente.
1. Se la speranza ti fa sentire bene e allo stesso tempo continui ad essere presente alla tua vita di tutti i giorni con le persone che ti stanno intorno e le attività con cui normalmente ti intrattieni, ottimo, continua su questa strada.
2. Se la speranza ti fa sentire bene, solo perché ti intrattieni con un mondo di fantasia ma ti capita di detestare la tua vita presente, mah direi che forse, potresti concederti la possibilità vivere più piacevolmente con quello che hai realmente sotto le mani.
3. Se la speranza ti rende sfiduciato e frustrato, sappi che non ne hai alcun bisogno per vivere felicemente la tua vita proprio ora. Concediti solo il prossimo passo a mente sgombra, niente di più, niente di meno.