La traiettoria della palla

  17/02/2016

Quando si parla di azienda si pensa ad un’organizzazione fatta di funzioni, rapporti tra funzioni, organigrammi, mansionari, processi produttivi e quant’altro.
I fattori che concorrono al successo di un’impresa sono cinque: Risorse Finanziarie, Processi Produttivi, Macchinari e Tecnologie, Materie Prime e Persone.

Quest’ultimo fattore, non certo ultimo per importanza, presenta un alto coefficiente di variabilità rappresentato dalla diversità tra le persone stesse.
Dietro ogni funzione c’è infatti sempre una persona, con il proprio carico d’ansie, paure e tutta la fragilità emotiva e psicologica che difficilmente si riesce a individuare dietro il roboante rimbombo dei ruoli.
Il Coach aziendale è una figura che si muove all’interno delle organizzazioni ed entra in contatto con le persone che le fanno funzionare, confrontandosi sul piano tecnico/umano e riflettendo comportamenti e competenze poco funzionali, ma soprattutto incentrandosi sull’allineamento tra l’identità della persona e il ruolo che ricopre.
Spesso il Coach viene chiamato per risolvere problemi, ma in genere il suo compito è quello di facilitare il passaggio di funzione o la crescita di persone e gruppi all’interno di un’azienda.

La Mission del Coach è di rendere indipendente il cliente e lo fa attuando comportamenti specifici che in relazione all’obiettivo che si vuol raggiungere, si basano su due diverse fasi: 1. Osserva quel che c’è e 2. Introduce nuove direzioni.
Questo processo ricorda molto una competizione sportiva: prima di un match importante è impossibile stabilire a tavolino le traiettorie, il possesso della palla e le strategie altrui. Quello che possiamo fare invece come Coach è insegnare come rimanere abbastanza svegli da saper rispondere a ciò che emerge con lucidità, chiarezza e concentrazione.
Niente di più semplice e naturale.

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