The Imitation Game - Vedere qualcosa di nuovo

  18/01/2017

Sono le persone che nessuno immaginava fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.

Abbiamo iniziato questo viaggio con l’intenzione di riflettere in maniera approfondita sulle rivoluzioni di paradigma e le sue implicazioni; siamo passati per Hysteria e per le conseguenze nuove raccontate in quel film, per arrivare al film di oggi. Ciò che proponiamo è di guardare se già non lo avete fatto il film su Alan Turing, The Imitation Game, il matematico che durante la seconda guerra mondiale ha decriptato i messaggi in codice tedeschi, pilotando in maniera strategica l’andamento della guerra, attraverso la statistica.
Ora, per chi non è amante dei film storici, potrebbe suonare pesante, la storia di un matematico che boicotta gli attacchi tedeschi, ma vi giuro che è molto ma molto interessante. Quel tipo di film in cui il genio, l’incompreso e pazzoide, crea qualcosa che ai più brillanti e anche normali ricercatori non era neanche passata per la mente: una macchina in grado di elaborare 159 milioni di milioni di possibilità.
Praticamente Turing a 23 anni, prima di concludere il dottorato di ricerca aveva scritto la sua tesi sulla macchina che avrebbe, secondo lui replicato e anche migliorato la capacità di calcolo di un cervello umano; abilità e genio che lui considerava, parole sue, nella media.
Insomma, Turing, lottando contro il nemico vero, i Tedeschi e contro tutti quelli che lo osteggiavano a causa del suo pessimo carattere, realizza la scoperta del secolo e mette le basi teoriche per il computer.

Ora, se Turing avesse riso di se stesso, e avesse creduto che la sua bizzarra idea del computatore digitale fosse solo una fantasia, avremmo avuto almeno due anni di guerra in più e 14 milioni di morti oltre quelli che già abbiamo avuto.
Pensate che abbia avuto fortuna o che per lui, visto che era un genio sia stato tutto più semplice? No, non credo. Nel film è evidentissimo la sua profonda umanità, le sue debolezze e perfino i suoi limiti.

Quindi, sì parlo a te e tutti coloro che hanno belle idee: cosa state aspettando?

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